Storia

Privilegio con cui papa Celestino III conferma a Bentivoglio, vescovo di Gubbio, il possesso del Castello di Carbonana
Privilegio con cui il 26 febbraio 1192 papa Celestino III conferma a Bentivoglio vescovo di Gubbio il possesso del castello di Carbonana. SASG, FC, Diplomatico, b. 1, 6, copia autentica del 26 settembre 1285.

Ricerche esaustive e rigorose non sono riuscite a individuare una data di fondazione del castello e nemmeno il nome del costruttore o del primo colono. Esse però hanno consentito la scoperta del documento più antico in cui si menziona l’esistenza del castello già nel 1192. Si tratta di un privilegio con cui Papa Celestino III  conferma il possesso del Castrum Carbonane al Vescovo di Gubbio Bentivoglio.

Ed è da quella data che il sito vanta le caratteristiche tipiche di un castrum, ovvero un insediamento fortificato strategicamente, posto a difesa e presidio del territorio circostante. A motivare l’interesse della signoria ecclesiastica verso questo territorio sarebbe stata la presenza di mulini ad acqua che, in una fase di ripresa economica ed agricola, assunsero un’ importanza senza precedenti.

Come conseguenza della perdita progressiva del potere temporale da parte della Chiesa, il Castello di Carbonana passò sotto il controllo dei Gabrielli di Gubbio, una delle più importanti famiglie dell’Italia medievale. Si ricorda di quel Cante dei Gabrielli, che nel 1302 come podestà di Firenze condannò Dante in absentia al rogo.

Dai Gabrielli il castello entrò nel secolo XV a far parte dei possedimenti di una nobile famiglia fiorentina rifugiatasi a Gubbio, per scappare dai confllitti fratricidi tra guelfi e ghibellini a Firenze, i Porcelli, che diventeranno poi conti di Carbonana. Il trasferimento di proprietà del Castello, dai Gabrielli ai Porcelli, avvenne con il matrimonio tra Checca degli Atti di Sassoferato, vedova di Giacomo dei Gabrielli, e Giacomo di Galeotto Porcelli.

I Porcelli, famiglia in forte ascesa, vicina ai Montefeltro e poi ai Della Rovere, duchi di Urbino, adottarono l’omonimo di Carbonana, e vennero investiti tra il XVI e il XVII secolo delle più importanti cariche al governo di Gubbio e si distinsero come valorosi militari al servizio della Repubblica di Venezia.

Si deve ai Porcelli la bella decorazione della capella, Santa Maria di Carbonana,  con l’affresco cinquecentesco della Madonna col Bambino, l’ampliamento del Castello nella sua parte meridionale con un bellissimo portale e la costruzione dell’elegante torre circolare nell’angolo sud-est della cinta muraria. Da allora aspetto e proporzioni sono rimaste immutate e questo fa si che Carbonana sia annoverato, oggi, tra i castelli meglio conservati dell’Umbria.

I Porcelli di Carbonana non sopravviveranno alla morte dell’ultimo conte, Troiano, nel 1886 ma il Castello rimarrà nella proprietà di un loro ramo lontano di famiglia, tramite il generale Attilio Gigli che visse quì fino alla sua morte nel 1943. Dai suoi figli  il Castello venne ceduto al dottor Ludvik Staub, nel 1963, che lo venderà ancora nel 2008. Nel 2011 due cittadini canadesi lo acquistano, iniziando subito la grande sfida del restauro totale di questo maniero, considerato monumento nazionale, sotto la guida della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria.

Per i nuovi proprietari che preferiscono chiamarsi “custodi”, il restauro di questo magnifico castello medievale non sarebbe stato comunque completo se le sue pietre non avessero avuto la possibilità di raccontare la loro storia, di parlarci…

Da qui l’incarico affidato ad esperti archivisti, archeologi e storici dell’arte di narrarne la storia, ed è così che il prezioso lavoro di un’équipe di studiosi ha dato alla luce due importanti libri sul Castello, pubblicati nel 2015 e nel 2016 (cf. Bibliografia).

Per secoli, il Castello di Carbonana è stato chiamato casa, da tante generazioni e così rimane ancora oggi, una residenza privata, ben conservata per le generazioni a venire, gioiello del patrimonio eugubino e italiano.